La natura è bella anche dietro casa!

Venerdì 27 marzo sono stata ad una presentazione: la presentazione di una CARTINA.
Ora, tralasciando il fatto che fino a qualche giorno prima avevo letto e capito CANTINA, e per tutto il tempo avevo inteso che sarei andata ad una degustazione di vini, alla fine di tutto devo dire che sono stata molto felice di aver assistito a quvalle del borelloesta serata.

Il tutto è partito per caso, una di quelle storie che si vedono solo nei film: vecchi compagni di scuola che si incontrano dopo più di vent’anni, uno dei due, Raffaele Monti, si è lanciato nel mondo della cartografia, e, insieme a Massimo Gentili, sta mappando tutta la nostra zona. Tutti i sentieri, le stradine, i percorsi, pedonali o ciclabili che siano, i punti di interesse e quelli di ristoro: tutto segnalato su queste cartine.

L’altro è Maurizio, appassionato di mountainbike e natura.

Ed è stato Maurizio a segnalarmi la serata di presentazione della mappa della Valle del Borello. Ed è proprio lì che siamo andati venerdì: a Linaro, in un ristorante molto alla buona, di quelli a conduzione famigliare, dove ti danno tanta roba buona, fatta col cuore e ti fanno spendere pochi euro. Si chiama “Pasa l’osc”, e una volta era anche una balera. Più romagnolo di così si muore! 🙂

I relatori della serata, Massimo Maffi, Massimo Gentili, Edoardo Turci e Raffaele Monti

I relatori della serata, Massimo Maffi, Massimo Gentili, Edoardo Turci e Raffaele Monti

E così, dopo che io e Ale  abbiamo finito di cenare, siamo stati raggiunti da Maurizio, Mariusz e Valerio e ci siamo accomodati in prima fila, in posizione di ascolto. Sinceramente, quando Edoardo Turci ha iniziato a parlare (di Linaro e della sua storia), ho pensato di essere finita nel posto sbagliato: la sensazione era quella di essere fuori luogo, in un posto che non era mio. Piano piano, guardandomi attorno, mi sono accorta che lì c’era il PAESE, c’erano persone che si conoscevano tra loro, ed io non c’entravo nulla. Poi la parola è passata ad un altro signore, di cui purtroppo non ricordo il nome: ci ha parlato del suo gruppo di camminatori, di come hanno iniziato, un po’ per gioco, a percorrere lunghe distanze, sempre con calma, sempre godendosi la natura, per scoprire il loro territorio.

 

le cascate del Rio Cavo

le cascate del Rio Cavo

Ci ha raccontato di come hanno trovato e aperto nuovi sentieri, e ci ha mostrato le foto dell’ultimo, meraviglioso, sentiero che costeggia il Rio Cavo , il fiume che scorre nella Valle del Borello: c’erano boschi, cascate, verde, foglie, natura. E la considerazione finale che ha fatto è stata la più giusta che avessi mai sentito: è inutile andare a cercare le bellezze della natura viaggiando a migliaia di chilometri di distanza, quando non conosciamo quelle che sono a due passi da casa nostra! E mi ha ricordato quando mi sono trasferita a Bertinoro, e ho iniziato a fare delle passeggiate per esplorare la zona: partendo dal paese ed allargandomi sempre di più, passando alla corsa per coprire maggiori distanze, ed infine alla bici. Mi ha ricordato la gioia delle scoperte fatte: un anfratto, una viuzza, un boschetto, luoghi conosciuti ma misteriosi allo stesso tempo.

 

Come essere nell'Eden

Come essere nell’Eden

E così ho trovato il mio posto in quella riunione di compaesani: e non ho potuto fare a meno di sorridere quando, durante la proiezione delle vecchie foto in bianco e nero delle famiglie che avevano abitato quei luoghi tanti anni fa, molti riconoscevano parenti ed amici o addirittura se stessi. Persone che non c’erano più, o che, ancora vive, si portavano sulle spalle il peso dei loro anni. “Quèla l’è la Rosina!” (Quella è la Rosina) dicevano, e commentavano commossi e divertiti allo stesso tempo. La stanza era pervasa da un fiume di ricordi ed è stato meraviglioso! Raffaele è stato breve: lui il lavoro grosso lo aveva fatto prima, percorrendo i sentieri, segnalandoli, definendo le cartine con cura meticolosa. La sua presentazione era in quelle scatole dietro di lui, piene di libricini verdi, pronti per essere aperti, sfogliati e consultati. Quando si sono accese le luci ho notato che a poche sedie di distanza dalla mia c’era una vecchietta: piccola, minuta, sembrava avesse quasi cento anni, ma dalla sua pelle di carta traspariva una forza mai vista!
Quindi alla fine qual è la morale della storia? Usciamo di casa, guardiamoci attorno, rendiamoci conto che non conosciamo realmente il luogo dove viviamo, e VIVIAMOLO davvero!

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